Riprendiamoci il Comune

Logo della campagna Riprendiamoci il Comune

Riprendiamoci il comune è il nome di una campagna in favore di due proposte di legge di iniziativa popolare per sostenere l’attività dei Comuni e delle comunità locali, e per tutelare il territorio e i “beni comuni”.

E’ possibile trovare tutte le informazioni su questa campagna consultando il sito Riprendiamoci il Comune

Le due proposte di legge riguardano la riforma della finanza locale e la socializzazione di Cassa depositi e prestiti.

Qui di seguito potete scaricare le due “proposte di legge in pillole”.

Icona

Finanza locale

Icona

Cassa Depositi e Prestiti

L’approvazione di queste due leggi potrebbe consentire agli agricoltori e ai cittadini della Valpolcevera di valorizzare il ruolo di “custodi del territorio” svolto  dai coltivatori diretti, ed anche da chi coltiva un orto solo per autoconsumo familiare, collaborando in modo più efficace con il proprio Municipio o con il proprio Comune.

Abitare la terra: Mondeggi bene comune. Fattoria senza padroni

Immagine di Abitare la terra: Mondeggi bene comune

Un articolo di Giovanni Pandolfini, pubblicato il 23 giugno 2021 su Comune. Info, descrive la vicenda di “Mondeggi bene comune. Fattoria senza padroni”.

Essa è un ottimo esempio di come una comunità possa prendersi cura del proprio territorio, attraverso l’azione di custodia svolta dai contadini.

E’ anche un esempio di convergenza per una Società della cura.  Per maggiori informazioni su quest’ultima, consulta il Manifesto Società della Cura

Di seguito riassumo alcuni dei contenuti dell’articolo di Pandolfini che sono di particolare interesse nell’indicare il possibile ruolo dell’agricoltura contadina rispetto a  un nuovo modello di società.

Riporto tra virgolette e in blu alcuni paragrafi tratti direttamente dall’articolo, e in caratteri normali le parti che ho sintetizzato. L’articolo si può leggere per intero al seguente link: Mondeggi bene comune

Nel 2012, nel quadro delle privatizzazioni del governo Monti, si decise la svendita delle ultime porzioni di territori ad uso agricolo ancora in mano ad enti pubblici.

Fra queste c’era la Fattoria di Mondeggi, nell’area fiorentina: quasi duecento ettari di terreni collinari con vigneti, oliveti, seminativi e bosco. Essa comprendeva anche numerose case coloniche e una villa monumentale del 1600.

Con la Provincia di Firenze come unico proprietario, il bene pubblico versava in uno stato di semiabbandono.

In quel periodo, l’associazione Genuino Clandestino lanciò la campagna “Terra Bene Comune”, e localmente si costituì il Comitato “Verso Mondeggi Bene Comune. Fattoria senza padroni” che si oppose alla svendita.

Prese così forma un’idea di recupero agricolo della tenuta tramite le pratiche dell’agricoltura contadina, biologica, di piccola scala, che contribuisce naturalmente alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio ed alla creazione di ricchezza diffusa che resta nel territorio seguendo i canali della filiera corta.”

Per rendere economicamente sostenibile il progetto e condividerlo con la comunità locale, si attivarono fin dall’inizio varie attività culturali e sociali, oltre ai progetti agricoli.

Purtroppo la Provincia di Firenze,  inizialmente possibilista,  ha manifestato in seguito una sempre più decisa volontà di alienare il bene, nonostante l’esistenza del comitato.

Questa vicenda, tutt’ora aperta, insegna come una comunità locale che intende partecipare democraticamente alla gestione del proprio  territorio, possa affidarne la custodia ai contadini, che si impegnano a mantenere la terra vitale e in salute per riconsegnarla uguale, o addirittura migliorata, alle generazioni future. Per approfondire questo argomento è anche possibile consultare il documento del Comitato per lo sviluppo rurale della Valpolcevera  Contadini custodi del territorio

Questo semplicissimo meccanismo, per poter funzionare e far sì che la terra sia veramente un bene comune, ha bisogno che la comunità esista e che sia più forte e longeva dell’individuo, ma anche che la custodia del territorio sia effettuata con metodi contadini agroecologici e svincolata dalle logiche del capitale, del profitto e di un sistema centralizzante.”

A causa della mancanza, in Italia, di una legge per la tutela della specificità dell’agricoltura contadina, il sistema neoliberista ha privato il mondo rurale della libera trasformazione dei prodotti contadini. Si tratta di trasformazioni che sono state consegnate all’industria attraverso leggi e regolamenti che, promuovendo false efficienze e sicurezze alimentari, hanno equiparato il lavoro del contadino a quello dell’agroindustria ponendolo automaticamente fuori dalla legalità.

L’esperienza di Mondeggi costituisce inoltre un esempio virtuoso di partecipazione democratica.

In modo assembleare e attraverso molte ore di discussione e confronto sono stati scritti alcuni punti di programma politico e un Manifesto nel quale chiunque è libero di riconoscersi, assumendolo come proprio obbiettivo politico e di vita e mettendolo in pratica.

Con la realizzazione di pratiche svincolate dal sistema del capitale e del profitto, contadini e contadine hanno iniziato a condividere sistemi di mutuo aiuto e di autocontrollo partecipato, così come la presenza in piazze di città e paesi dove incontrare e coinvolgere co-produttori (“consumatori”, nel sistema dominante) nei mercati contadini autogestiti.

Quei mercati sono luoghi dove produttori di cibo agrecologico, locale e nella misura contadina si incontrano e insieme lavorano con gli abitanti dei centri urbani  per il superamento della contrapposizione in cui si sentono normalmente posti dal sistema della grande distribuzione organizzata del cibo.”

La Camera dei deputati ha approvato la legge sull’agricoltura contadina

Il 20 maggio la Camera dei deputati ha approvato  la legge sull’agricoltura contadina, che prevede forme di tutela che erano assolutamente necessarie.

Per maggiori informazioni consulta il seguente articolo

La campagna per l’approvazione di questa legge dura da molti anni nel nostro Paese e quindi la notizia è molto positiva.

Tuttavia la legge non è ancora in vigore, in quanto deve ora passare all’approvazione del Senato e in seguito dovranno essere approvati i necessari regolamenti.

L’argomento merita comunque di essere approfondito e quindi ci ripromettiamo di farlo nel prossimo futuro

Assemblea ligure della Società della cura del 5 maggio 2021

Immagine con albero e mondo per Assemblea ligure della Società della cura

Il 5 maggio si è tenuta una Assemblea ligure della Società della cura.

Si è discusso del percorso fin qui realizzato e dei prossimi impegni, connessi con il decennale del referendum sull’acqua e sul nucleare e con il ventennale del G8 a Genova

Non si tratta di eventi celebrativi, ma di occasioni per fare il punto sulle attuali crisi di carattere ambientale, climatico, sanitario, socio-economico ecc, e per programmare future iniziative e mobilitazioni.

La Società della cura

La Società della cura infatti si propone di favorire una convergenza fra  comitati, associazioni o le singole persone che condividono gli obiettivi e i valori che sono stati indicati nel Manifesto_Società_della_cura

Per maggiori informazioni è possibile consultare anche il link al sito della Società ligure della cura.

I prossimi impegni

Le prossime iniziative presentano aspetti  rilevanti rispetto al tema dell’agricoltura e della produzione di alimenti.

Per quanto riguarda il decennale del referendum sull’acqua, bisogna ricordare che la disponibilità di questa risorsa potrebbe essere minacciata dalle conseguenze dei cambiamenti climatici e dai grandi consumi  connessi con gli allevamenti intensivi e con le necessità di irrigazione dell’agricoltura industriale.

Al contrario, le pratiche dell’agricoltura contadina e dell’allevamento al pascolo contribuiscono a limitare le emissioni di CO2 e il consumo idrico.

Per quanto riguarda il ventennale del G8,  i temi della tutela del territorio e  del sostegno all’agricoltura contadina e familiare erano già presenti nelle rivendicazioni del 2001

Questi  temi sono importanti per garantire la sovranità e la sicurezza alimentare delle popolazioni. Infatti l’agricoltura contadina e familiare è finalizzata prima di tutto a soddisfare le necessità alimentari della popolazione.

Al contrario l’agroindustria e la grande distribuzione organizzata sono interessate esclusivamente alla produzione di merci (come il cacao, il caffè, l’olio di palma, il tabacco ecc.) da esportare nei mercati internazionali.

La Società della cura per la tutela del territorio e dei beni comuni

La Società della cura afferma che la pandemia da Covid 19 ha messo in evidenza e reso più acuti una serie di problemi che erano già presenti nella nostra società da molto tempo.

Tra questi ci sono i problemi ambientali, legati al dissesto idrogeologico e al riscaldamento climatico, che hanno alterato importanti equilibri eco-sistemici.

In conseguenza di ciò si sono venuti a creare problemi economici a carico di una serie di piccole attività produttive. Comprese quelle nel campo dell’agricoltura e dell’allevamento di piccola scala, compreso l’agriturismo.

Per superare queste crisi occorrono provvedimenti di emergenza. Ma bisogna anche riflettere sulla necessità di un cambiamento più profondo del modello attuale di società e di economia.

L’attuale modello è basato sugli interessi individuali e sulla massimizzazione del profitto. Invece bisogna andare  verso una Società della cura, intesa come cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente in cui viviamo e di cui facciamo parte.

In questi ultimi mesi è nato nel nostro Paese ed anche in Liguria un movimento che si ispira a questi valori e al quale  è opportuno prestare attenzione anche da parte del mondo dell’agricoltura contadina.

Per maggiori informazioni Visita il sito nazionale della Società della cura

oppure consulta il Manifesto_Società_della_cura

 

La sfida della Valpolcevera

E’ uscito recentemente il libro “La sfida della Valpolcevera. Partecipazione, lavoro e ambiente per rigenerare la città”, a cura di Franca Balletti e Bruno Giontoni.

Il libro costituisce un’interessante descrizione della storia della Valpolcevera negli ultimi cento anni, delle sue criticità, delle sue risorse e delle possibili prospettive di sviluppo e di rigenerazione. I contenuti derivano dal contributo delle comunità locali  e  di numerosi esperti in diverse discipline.

Tra gli altri contributi, segnaliamo quello di Nicolò Molinari sul tema: Il territorio rurale della Valpolcevera tra marginalizzazione, abbandono e riappropriazione del paesaggio. L’autore  ha studiato Scienze e tecnologie agrarie all’Università di Torino e si è laureato in Progettazione del verde e del paesaggio all’Università di Genova.

Il Comitato incontra alcuni candidati alle elezioni regionali in Liguria

Il Comitato per le politiche di sviluppo rurale in Valpolcevera ha rivolto una richiesta di incontro ai candidati alle prossime elezioni regionali. Tale richiesta   è stata accolta favorevolmente, per il momento, da due candidati.

Quindi si sono tenuti due incontri (presso l’ANPI di Bolzaneto, via Luigi Boggiano 11) rispettivamente con Aristide Massardo il 7 agosto e con Ferruccio Sansa il 25 agosto.

Queste riunioni, ed in particolare la seconda, hanno visto una discreta partecipazione da parte di agricoltori, associazioni e cittadinanza.

Le nostre proposte sono state apprezzate e la discussione che ne è seguita ci ha indotto ad introdurre, in un nostro documento programmatico intitolato “Contadini-custodi del territorio”, alcune integrazioni. Ad esempio abbiamo dato maggior evidenza alla necessità di sostenere una rete di piccoli negozi al dettaglio, anche in zone marginali del territorio della vallata. Questi negozi  possono infatti costituire dei punti vendita dei prodotti locali, oltre ad esercitare una funzione di presidio del territorio.

Consulta qui di seguito il documento “Contadini-custodi del territorio”, che contiene la sintesi delle nostre proposte

Contadini-custodi_del_territorio

Proposte alle forze politiche regionali: contadini custodi del territorio

Il giorno 23 luglio 2020 il Comitato per le politiche di sviluppo rurale in Valpolcevera si è riunito presso la sede ANPI di Bolzaneto per formulare alcune proposta alle forze politiche regionali per lo sviluppo rurale della Valpolcevera, in vista delle prossime elezioni.

Si è deciso di prendere contatti con i comitati elettorali dei principali candidati, allo scopo di chiedere a ciascuno di essi un incontro per presentare le proposte del Comitato, maturate anche attraverso i due incontri con i sindaci e le aziende agricole del territorio, tenutisi il 18 dicembre del 2019 e il 18 febbraio del 2020. Consulta tali proposte al seguente link:

Proposte_alle_forze_politiche

Patrimonio territoriale della Valpolcevera

Il giorno 15 gennaio 2020 ha avuto inizio la seconda annualità del corso di formazione sul Patrimonio territoriale della Valpolcevera.

Questo corso è rivolto ad insegnanti e cittadini della Valpolcevera ed è finalizzato alla  creazione di Mappe identitarie o Mappe di comunità per la conoscenza e la valorizzazione del territorio e  per un possibile percorso di rigenerazione della vallata.

Consulta qui di seguito il volantino contenente il calendario degli incontri

volantino_Mappe_formazione

Per un Programma di Sviluppo Rurale calato sul territorio

Il giorno 18 dicembre 2019, alle ore 21, presso il circolo Nonsolomorego, via Morego 48, Genova, avrà luogo un incontro tra gli agricoltori della Valpolcevera e dei territori circostanti con i Sindaci dei Comuni e il Municipio della Valpolcevera, per rappresentare la necessità che prossimo Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2020-2027 sia effettivamente calato sulle esigenze del territorio.

Per maggiori dettagli consulta la locandina dell’evento

PSR_calato_sul_territorio